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Impianti e le interazioni con i farmaci

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Esiste la possibilità di allergia agli impianti?

Gli impianti vengono fatti in titanio, come per esempio la protesi d’anca. Infatti il titanio non ha componenti allergiche, e nell’organismo si comporta in modo del tutto neutro poiché non lo riconosce come corpo estraneo.

Chi soffre di diabete può comunque mettere gli impianti?

Sì, è importante seguire la solita terapia di cura, e che il diabete sia sottocontrollo, perché se non è adeguatamente trattata o non lo è del tutto, può interferire nei processi di guarigione e rallentarli. Se è necessario si consulta il medico di base per qualsiasi chiarimento sulla cura adatta e precauzioni.

Ci sono interazioni con i farmaci?

Con determinati farmaci questa possibilità sussiste. In caso di assunzione regolare, deve assolutamente informarne il Suo implantologo. Il cortisone, per esempio, può cambiare il metabolismo e il sistema immunitario dell’organismo, con conseguenti problemi durante la guarigione. Farmaci inibitori dell’emoagglutinazione possono causare forti emorragie durante l’operazione di inserimento dell’impianto. Si sà che il fumo è un irritante, contiene la nicotina. Dipende molto dalla quantità di sigarette fumate. Comunque se l’igiene è ottima e se si fanno i controlli regolari per l’igiene dentale, i rischi a lunga durata diminuiscono notevolmente, e quasi non persistono. Comunque sarà il Vostro medico dentista a consigliarvi in merito alla situazione individuale.

Ci sono malattie che escludono l’inserimento di impianti?

Normalmente no. Si parla solamente nei casi di malattie autoimmunitarie che escludono anche altri tipi di interventi, oppure malattie generalizzate gravi come fortissime cardiopatie, diabete ad alti livelli, gravi problemi di coagulazione del sangue, oppure un sistema immunitario fortemente danneggiato ecc. In tal caso bisogna informare l’implantologo e si vede come procedere nelle cure.

L’impianto è connesso a rischi?

L’inserimento di un impianto è sempre un piccolo intervento chirurgico. Complicazioni durante l’operazione, come lesioni di nervi e vasi sanguigni, possono capitare, ma oggi sono rarissimi poichè esistono vari strumenti di diagnostica come panoramiche, tac, radiografie digitali che si fanno durante l’intervento, le quali diminuiscono il rischio al minimo. Eseguito da un’implantologo qualificato, questo intervento non presenta più rischi dell’estrazione di un dente. Per quanto riguarda il rigetto dell’impianto, il nostro organismo non lo può rigettare poichè non riconosce il titanio come corpo estraneo. Si possono verificare problemi causati da una scarsa igiene del paziente dopo l’operazione, cioè l’impianto si può infettare. Inoltre un possibile problema è la stabilità dell’impianto nel momento del suo posizionamento. Se non è ottimale ciò può causare una scarsa integrazione dell’impianto nell’osso è quindi la sua resistenza nella funzione masticatoria sarà compromessa. In tal caso l’impianto può essere estratto in anestesia locale, e sostituito da un’altro impianto. Questi comunque sono casi molto rari.

Cosa succede se un impianto si infiamma?

Se le infiammazioni si prendono in tempo, sono facilmente gestibili con una pulizia professionale e con l’assunzione di farmaci. L’importante è recarsi ai controlli e fare le pulizie professionali annuali, e se si sente qualche sentore di infiammazione informare immediatamente il proprio medico dentista.

Cos'é la parodontite o la paradontosi?

La parodontite o la paradontosi è un infiammazione della gengiva la quale può essere momentanea, ma può diventare anche cronica, se permane la presenza della placca o di determinati batteri nella bocca. La parodontite mina tutto ciò che supporta il dente, cioè il tessuto gengivale e osso, sia nel dente naturale che nell’impianto. Per questo chi è soggetto a questa malattia deve avere ancor maggior cura dell’igiene quotidiana dei denti naturali e degli impianti, e seguire le istruzioni del medico dentista sulla frequenza delle pulizie dentali da effettuare durante l’anno. In questo modo si blocca qualsiasi possibilità di peggioramento della malattia, mantenendo denti e impianti più a lungo possibile nella bocca.

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